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“Porsi un obiettivo è la più potente forza umana di auto-motivazione.” (Paul Meyer)

La casualità rappresenta la vera minaccia per la performance di un’atleta.

E in questo nostro ultimo articolo dell’anno, ci concentreremo proprio su questo. Ovvero di come un errore di “definizione”, potrebbe impedirti di raggiungere il tuo obiettivo, trasformandolo in un fallimento.

La definizione degli obiettivi è un problema comune di molti atleti, agonisti e non, almeno per tre motivi:

  1. Noia. La definizione di un obiettivo è considerato infatti un processo noioso. Molti atleti hanno come priorità la ricerca di nuove tecniche e metodologie di lavoro per produrre migliori prestazioni. Tuttavia, è stato dimostrato che la definizione degli obiettivi ha un effetto positivo sulle prestazioni di un atleta. 
  2. Tempo. La definizione degli obiettivi richiede tempo. Tuttavia, una volta fatti i primi passi, il processo può trasformarsi in un eccellente strumento per risparmiare tempo, mantenendoti concentrato e motivato.
  3. Errata definizione. Gli obiettivi sono spesso sbagliati. Abbiamo già parlato di obiettivi SMART, l’acronimo utilizzato per ricordare le 5 caratteristiche di base di un obiettivo ben formulato. Idealmente parlando, un obiettivo dovrebbe essere:
  • Specifico
  • Misurabile
  • Accessibile (Realizzabile)
  • Realistico
  • Time-bound (con una scadenza)

Oggi vogliamo concentrarci solo sulla lettera A di accessibile, ovvero realizzabile/raggiungibile. Un obiettivo raggiungibile dovrebbe essere necessariamente sotto il nostro controllo. Però a volte succede di prefissarci un obiettivo, o per meglio dire, un sogno, che non è esattamente sotto il nostro controllo e questo può portare frustrazione e delusione.

Esistono obiettivi diversi, con differenti gradi di controllabilità, che sono:

  • obiettivi di risultato. Sono obiettivi legati alla vittoria o a “essere migliore” rispetto a qualcun altro. Per esempio, il risultato desiderato è semplicemente “vincere la prossima gara”. In termini di motivazione, questo è certamente un obiettivo motivante, ma non è completamente sotto il tuo controllo, perché dipende anche dalle prestazioni dei tuoi avversari.
  • Obiettivi di prestazione. Sono obiettivi che vengono adottati per migliorare una prestazione. In generale, un obiettivo prestazionale consente all’atleta di sentirsi felice o appagato, anche quando non vince. Potrebbe significare, per esempio, correre o nuotare una distanza data in un certo tempo.  Questo tipo di obiettivi non è influenzato dalle prestazioni degli altri ed è quindi completamente sotto il controllo dell’atleta. Gli obiettivi prestazionali sono anche noti come obiettivi container, perché “contengono” la serie di azioni che definiscono la strada giusta.
  • Obiettivi di processo. Se gli obiettivi di prestazione definiscono il “cosa”, gli obiettivi di processo definiscono il “come”, che è esattamente ciò che un atleta vuole in definitiva sapere: come posso ottenere le migliori prestazioni possibili? Gli obiettivi di processo sono completamente sotto il controllo dell’individuo. Sono legati alle tecniche e alle strategie necessarie per produrre una buona prestazione, la combinazione di piccole azioni e passaggi pratici che modellano il percorso verso l’obiettivo finale. Questi obiettivi sono molto utili, soprattutto quando si tratta di tenere sotto controllo l’ansia da prestazione.

Per ricapitolare, la definizione degli obiettivi non è solo una questione di cosa fare per raggiungerlo, ma implica anche la considerazione di come si desidera raggiungerlo.

Forse non è la cosa più eccitante del mondo, e richiede sia pazienza che attenzione, ma è senza dubbio uno degli strumenti più potenti per spingere l’atleta verso la sua migliore prestazione. Quindi, in questo inizio anno 2020, fatto di buoni propositi e definizione di nuovi obiettivi, provare a utilizzare il regalo che ti alleghiamo qui per definire il tuo goal-setting (clikka su questo link rosso!): Obiettivo Piano D’azione

 

Luca Borreca

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