Skip to main content

“Se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante.”(Proverbio del Burkina Faso)

I 909 km percorsi da Milano a Bruxelles erano stati epici, per tutto quello che era successo. Avevamo portato a termine l’impresa in 12 giorni, riuscendo a superare anche le situazioni più imprevedibili. Le condizioni atmosferiche avverse, la chiusura di due passi Alpini che ci avevano costretto a cambiare percorso in corsa e l’abbandono da parte del segnale GPS in mezzo alle montagne e nei punti più sperduti toccati.

Il main sponsor, Barilla, aveva avuto la testimonial più adatta e l’arrivo a Bruxelles fu un vero successo.

Noi venimmo chiamati da Veeam, leader globale nella gestione dei dati intelligenti, qualche settimana dopo aver terminato l’impresa #BravotoIvana.

Il loro obiettivo era chiaro: mettere in luce tutti i meccanismi necessari alla creazione di un team vincente.

Noi avevamo ben chiaro il lavoro da fare, perchè era quello che avevamo già fatto in tutte le nostre imprese:

1. conoscere i valori comuni;
2. capire i ruoli interni ai diversi gruppi di lavoro;
3. definire e individuare il leader;
4. valorizzare le skills individuali;
5. trovare ed eliminare eventuali ostacoli alla crescita del gruppo.

Il primo passo per far comprendere come creare un team vincente è stato quindi definire gli obiettivi.

“Vinco o perdo? Vendo più o di meno di un mio collega/azienda?”.
Questo è definito obiettivo di RISULTATO e purtroppo, per quanto ci si sforzi a controllarlo, non avrai mai il controllo su questo tipo di situazione.
Non potrò mai controllare cosa fa un mio avversario o quanto venderà di più la mia azienda concorrente

L’altro tipo di obiettivo è di PERFORMANCE. Ovvero l’obiettivo che segue il PROCESSO.
Quindi se parlo di sport, definirò un obiettivo e come raggiungerlo (programmazione, tipologie d’allenamento, carico-scarico).
Se mi riferisco ad un’azienda sarà importante vedersi con tutti i “dipartimenti/aree” dell’azienda. Area marketing, area commerciale, area risorse umane. Definire obiettivo/obiettivi, stabilire i compiti di ciascuno.
Insomma, fare squadra e lavorare sul processo.

Il secondo passo nella creazione di un team competitivo è stato mettere in luce l’importanza del controllo.

Infatti, malgrado la preparazione e l’organizzazione, interviene sempre il fattore CASUALITA’ ad interferire.

Sai cosa fa in queste situazioni il cervello cosa fa? Va a cercare nel passato situazioni simili a ciò che sta succedendo ora, nella situazione “scomoda”. Quindi rivaluta le passate esperienze, che possono rivelarsi un’azione/metodo straordinario per risolvere gli imprevisti.

Da qui la ricerca e il tentativo di comprendere le incognite e la nascita della frustrazione per quell’ignoto, per quel qualcosa che non possiamo controllare. Da questa situazione nasce la necessità di controllo e di catalogare tutte quelle possibile incognite che potrebbero intralciare il raggiungimento del nostro OBIETTIVO.

Cosa fare quindi?

Ogni volta che devi stabile un obiettivo, prova a catalogare queste “incognite”/situazioni dissonanti da 1 a 5 in base al controllo che riesci o puoi avere su di esse.

Riuscendo ad imparare a controllare diverse situazioni, acquisirai la capacità di prevederla e saprai gestirla al meglio.

L’ultimo passo nella creazione di un team, è stato quello di far comprendere l’importanza del tempo.

Infatti un obiettivo è definito come un sogno con una scadenza.
Però fai attenzione, perché il tempo è importante. Ci vuole tempo per prepararsi ad un determinato evento e raggiungere un determinato risultato.
Pensa per esempio agli atleti che partecipano alle Olimpiadi e che si giocano quattro anni della loro vita in qualche secondo. Pensa anche alle aziende e al tempo che ci vuole per riuscire a creare una sinergia perfetta. Al tempo necessario per riuscire a stabilire la direzione esatta che l’azienda vuole intraprendere e raggiungere la dimensione desiderata.

Ci vuole tempo per imparare, per SOGNARE. Ci vuole tempo per plasmare le proprie idee e per diventare credibili.

Il risultato finale di quella giornata?

Li abbiamo resi consapevoli dei loro mezzi per iniziare a sognare in grande. Come persone e come team.
Sì, perché per diventare grandi, bisogna pensare in grande. Bisogna alzare sempre di più l’asticella.
Per far crescere un team, bisogna avere persone che siano la VERSIONE MIGLIORE DI SE STESSI, che sognano in grande e che abbiano grandi obiettivi!
Questo perché la versione migliore di se stessi è quella più soddisfatta, che sta bene, che è felice ed è quella che crea i risultati migliori.

Luca Borreca

About Luca Borreca