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L’insoddisfazione sta diventando una emozione negativa cronica della nostra società.

Lo si nota quando si parla con qualcuno, ma spesso ne siamo vittime anche noi. La premessa di questo articolo è che non vogliamo dare nessun rimedio psicoterapeutico, anche perché non è il nostro mestiere, ma semplicemente dare il nostro punto di vista su di un aspetto che prima o poi fa capolino in ognuno di noi.

Viviamo in un epoca molto particolare. Tutto sembra possibile e attraverso i social sembra addirittura più facile. Non c’è giorno in cui apri LinkedIn (o altri Social) e trovi qualcuno che fa bella mostra di risultati incredibili raggiunti in poco tempo in termini di numeri, titoli e successo. Tu guardi a quello che stai facendo nel tuo ‘piccolo’ e questa differenza tra la possibilità osservata e la realtà vissuta, genera inevitabilmente un senso di insoddisfazione.

Quindi, l’insoddisfazione personale, da dove nasce?

Da quello che abbiamo potuto notare e vivere in prima persona, l’insoddisfazione ha diverse sfumature. E’ più legata alla sfera materiale, di possesso, quando non possiamo ottenere quelli che sono i nostri bisogni primari come la salute, i soldi (per arrivare a fine mese!) e il lavoro.

L’altra fase invece, è quella legata più alla sfera mentale. Succede di desiderare un oggetto o un particolare traguardo sportivo o lavorativo credendo di sentirsi finalmente appagati, mentre in realtà, una volta raggiunto e conquistato, si torna alla situazione iniziale.

A vederla così, sembrerebbe che non ci sia soluzione all’insoddisfazione. Legata ai bisogni primari o a necessità mentali, l’insoddisfazione resta comunque.

Non è proprio così.

Abbiamo notato che c’è una fase in cui l’insoddisfazione non fa capolino nella nostra mente. E’ durante la realizzazione di qualche nuovo progetto. E’ quello che succede quando si dice ‘apprezzare di più il viaggio che la meta’. Ecco, per noi la soddisfazione sta proprio in quel momento. Nel progettare, creare, pianificare e creare il nostro percorso.

Volendo riassumere il tutto, potremmo quindi individuare tre passi fondamentali:

  1. stabilire obiettivi a breve e medio termine inizialmente, tenendo ben presente l’obiettivo finale. Lavorare su attività semplici e alla nostra portata, senza complicarsi la vita;
  2. imparare a dire no e non prendere troppi impegni o impegni che porterebbe fuori strada rispetto alla realizzazione del nostro obiettivo;
  3. godersi l’ozio, la natura e il dolce far niente.

Non ti abbiamo convinto? 

Prova ad applicare queste tre regole in una tua giornata. Parti da obiettivi e attività semplici e prova a vedere se a fine giornata proverai nuovamente quella fastidiosa e pesante sensazione di insoddisfazione. Nel caso non funzionasse, dimentica pure questo post e cerca la strategia giusta per te!

 

 

Photo by Guillaume de Germain on Unsplash

 

Luca Borreca

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