Skip to main content

“Se lo misuri, cresce.”

Qualcuno più saggio di noi, in uno dei corsi di formazione che abbiamo frequentato, usò questa massima per definire l’importanza della misurazione. E questo risulta vero sia per lo sport che per le aziende.

Ma la domanda che ti pongo oggi è questa: la felicità, può essere misurata?

In questo terzo episodio di FeliceMente proverò a  mostrarti in che modo è possibile misurare la Felicità.

Una delle domande che più spesso ci sentiamo fare è: “La felicità può essere misurata?” Così come una delle affermazioni più frequenti che sentiamo riguardo alla felicità è: “Non puoi misurare la felicità, è impossibile!”

La cosa incredibile invece è che non viene mai messo in dubbio che sia possibile misurare la depressione , l’ansia e lo stress . Ricordi cosa ti ho detto nell’episodio 2 di FeliceMente? Il cervello umano è progettato per prestare maggiore attenzione ai pensieri e agli stimoli negativi rispetto a quelli positivi

Malgrado tutto, negli ultimi anni, gli studi circa la felicità sono andati in quella direzione.

I ricercatori infatti hanno provato a misurare la felicità, attraverso 5 approcci:

  1. Primo approccio, biologico.

Molti studi stanno cercando i marcatori biologici, come ormoni e neurotrasmettitori, per la felicità. Finora i ci sono stati solo minimi successi nell’identificare i marcatori biologici della felicità. Quello che si sa è che gli indicatori della felicità non sono gli stessi della depressione. Ad esempio, se bassi livelli della serotonina predicono la depressione, alti livelli di serotonina non predicono la felicità. Questo è importante. Ciò suggerisce che la felicità e la depressione non sono le estremità opposte di un unico continuum, ma è meglio pensarle come dimensioni correlate, ma indipendenti.

  1. Secondo approccio, comportamentale.

I ricercatori hanno utilizzato i comportamenti per stimare la felicità, esaminando comportamenti come la frequenza nel sorridere, nel gioire, nell’aiutare gli altri o nell’essere grati.

Se utilizziamo uno strumento molto attuale, ovvero l’utilizzo delle emoji nel mondo, per esempio scopriamo che in Portogallo si muore dal ridere, in Francia vince l’amore (coi cuori), in Italia c’è voglia di fare festa e di mandare baci, mentre in Australia si brinda!

Analizzando centinaia di tweet, i ricercatori scoprono che i lunedì sono collegati a bassi livelli di felicità e che l’ora legale si traduce in un aumento della felicità.

  1. Terzo approccio, Misure implicite.

I ricercatori hanno sviluppato misure mascherate in cui le persone non sanno nemmeno che viene valutata la loro felicità. Queste sono state utilizzate con successo per valutare il razzismo . Le misure implicite tipicamente valutano i tempi di reazione nel collegare termini positivi e negativi a se stessi e agli altri.

Nella procedura computerizzata messa a punto, sono stati utilizzati come stimoli da categorizzare cinque parole positive (gioia, amore, sorriso, piacere e felicità) e cinque parole negative (terribile, orribile, sgradevole, male e tremendo). Compito dei partecipanti era quello di eseguire il compito di categorizzazione nel minor tempo possibile, utilizzando due soli tasti di risposta.

Tuttavia, le misure implicite non si sono rivelate efficaci nel valutare la felicità.

  1. Quarto approccio, altri rapporti.

Ovvero chiedere agli altri di valutare la felicità di una persona è stato utile. Ad esempio, per i bambini piccoli, è stato chiesto ai genitori e agli insegnanti di valutare la loro felicità. Ai figli di valutare la felicità dei genitori e così via…

  1. Quinto approccio, autovalutazioni.

Questo è di gran lunga il modo più comune attraverso  cui i ricercatori valutano la felicità.

Utilizzando scale composte da più elementi o una singola domanda, si chiede semplicemente alle persone il loro livello di felicità. Le persone pensano alla loro felicità, ed è uno stato soggettivo, quindi ha senso chiederglielo.

Ma questo approccio presenta delle sfide: ad esempio, quando alle persone è stato chiesto: “Guardando indietro alla tua vita nel suo insieme, nel complesso quanto sei felice?” si è osservato che le risposte date cambiavano a seconda di alcune circostanze favorevoli (o sfavorevoli) capitate anche poche ore prima (una vittoria al gratta e vinci, una serata passata a bere una birra in più…)

Ora, vincere una somma piccola al gratta e vinci, non dovrebbe avere un impatto significativo sulla felicità se si considerano i decenni della propria vita. Ma cambia il peso delle risposte che le persone danno. Siamo influenzati in modo sproporzionato dagli eventi più recenti che capitano nella nostra vita.

Lo sviluppo di misure della felicità ha permesso ai ricercatori di valutare la felicità.

Chiaramente è una strada molto lunga. Ma misurare la felicità non è né semplice né facile. Ne parleremo ancora nei nostri podcast, perché l’argomento è denso e non può affrontato in una sola puntata.

Luca Borreca

About Luca Borreca

Leave a Reply